mercoledì 8 giugno 2011

Anche il cinema ha trattato questa problematica...Analizziamo in che modo

Rain Man - L'uomo della pioggia (1988)

Il film racconta la storia di...
Charlie Babbit (Tom Cruise), giovane commerciante di auto, scopre, dopo la morte del padre, che l'unico erede dell'immenso patrimonio familiare è Raymond (Dustin Hoffman), un uomo affetto da autismo, che scopre essere suo fratello maggiore. Charlie, sentitosi tradito dal padre e indebitato sul lavoro a causa di investimenti fallimentari, decide di portare via Raymond dalla clinica di Cincinnati in cui è ricoverato nella speranza di riuscire ad essere riconosciuto dalla legge come suo tutore e quindi beneficiare del patrimonio paterno. Durante il viaggio verso Los Angeles, che si allunga per le necessità di Raymond (non può volare, non può fare l'autostrada, a causa della sua paura degli incidenti), Charlie comincia a conoscere veramente suo fratello, un individuo tutto gesti meccanici e frasi ripetitive ma dotato anche di una incredibile memoria, grazie alla quale i due ottengono ingenti vincite a un casinò di Las Vegas. Piano piano Charlie si affeziona a lui, grazie anche all'aiuto della sua fidanzata Susanna (Valeria Golino), scoprendo anche che lo strano personaggio che gli cantava le canzoncine da bambino, che egli chiamava Rain Man (una storpiatura del nome Raymond) e pensava fosse frutto della sua fantasia, non era altri che suo fratello, del quale è stato privato per tutti questi anni. Charlie deciderà infine di riportare Raymond nella clinica, rinunciando al denaro (e anche a un assegno da 250.000 dollari che gli era stato offerto per dimenticarsi della vicenda) e promettendo di frequentarlo appena possibile.

Barry Levinson, mette al centro del suo film, una persona che soffre di autismo...

Secondo voi, come mai al  cinema si trasmette questo film,
interpretato da due attori così importanti??

La scelta di trattare questa patologia, è per dare una "rivincita" a chi viene 
discriminato perchè "malato"??

4 commenti:

  1. io non l'ho mai visto,ho il libro a casa ma non sapevo parlasse di autismo...forse è un modo per capire meglio il problema

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  2. IO PENSO CHE SIA ANCHE UN MODO PER SENSIBILIZZARE LE PERSONE E PER FAR CONOSCERE QUESTA MALATTIA!!

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  3. Questo film è stato a dir poco spudendo, è veramente toccante a me è piaciuto molto. Però io non le definisco " malate" ma persone con disagio e che hanno bisogno di aiuto.

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  4. Proprio per questo ho messo il termine "malato" tra le virgolette..perchè cara Raffaella, non tutti capiscono..credo che in pochi si soffermino a leggere un libro che tratta del disturbo autistico,ma vedere un film credo sia meno difficile, ma può aiutare a capire molto...

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